Si può dire che la musica sia nata più o meno durante i primi istanti della vita dell’uomo, appena egli scoprì la possibilità di produrre rumori nel semplice sbattere ossa contro pietre, per poi trasformare i rumori in veri e propri suoni. I più antichi strumenti musicali conosciuti, flauti scavati nell’osso o nell’avorio, risalgono a 35.000-40.000 anni fa, cioè più o meno all’epoca delle più antiche pitture rupestri finora scoperte.
Charles Darwin affermava: “Non c’è niente di improbabile nel sostenere che gli antenati dell’uomo, maschi o femmine, o entrambi, prima di acquisire la facoltà di esprimere sentimenti teneri in un linguaggio articolato, abbiano cercato di affascinarsi l’un l’altro mediante note musicali e ritmo”. Da allora in poi la musica ha giocato un ruolo importante in tutte le civiltà.
Come sarebbe la nostra vita senza musica? Ciascuno di noi ha una propria colonna sonora che lo accompagna dall’infanzia. Dalle canzoncine imparate all’asilo e che cantiamo con i nostri nipotini, alle canzoni che hanno accompagnato i primi amori, ai temi musicali che hanno risuonato nelle varie fasi della vita. Se siete appassionati di musica come me, avete un repertorio per ogni occasione: musica per fare attività fisica, musica per lavorare, musica per leggere musica per rilassarsi, musica per quando siamo tristi.
Gli effetti della musica sulla mente
Ciascuno di noi lo sa: la musica può raddrizzare una giornata storta, può distrarci da una preoccupazione o essere il sottofondo di un nostro dispiacere. La musica riesce, attraverso le sue specifiche e peculiari vibrazioni, a modificare alcuni squilibri e ridarci la salute psicofisica. Lo hanno dimostrato centinaia di ricerche svolte negli ultimi venti anni. L’ascolto della musica colpisce i sistemi di elaborazione cerebrali, come quelli connessi all’elaborazione sensoriale-motorio, o implicati nella memoria, nelle emozioni o cognizioni mentali o nelle fluttuazioni dell’umore. La musica è in grado di attivare il cervello e di modulare i livelli di eccitazione, concentrazione e rilassamento, agendo sull’attività elettrica del cervello. E’ come se le onde elettromagnetiche emesse dal nostro cervello entrassero in risonanza con le frequenze della musica ascoltata producendo onde di analogo tipo in relazione al tipo di musica (rock o classica o altra) e inducendo stati come il rilassamento, la vigilanza, la creatività e producendo una serie di benefici.
Riduce l’ansia. Le vibrazioni prodotte dalla musica inducono la produzione dell’ossitocina, l’ormone responsabile della felicità e della sensazione di relax. E questa azione è così efficace, da rendere talvolta inutili i farmaci ansiolitici per diminuire l’ansia. Un beneficio che prova sia chi ascolta sia chi produce la musica.
Rinforza il sistema immunitario. Una musica piacevole provoca un aumento dei livelli dell’immunoglobulina A, un anticorpo molto importante per le nostre difese immunitarie, inoltre promuove un aumento del numero delle cellule cosiddette natural killer, ovvero i linfociti.
Azione antistress. Quante volte tornando dal lavoro avete acceso la radio o messo un disco con l’intento di rilassarvi e vi siete sentiti subito meglio? L’ascolto di brani musicali particolarmente rilassanti, agisce nelle aree neurochimiche di ricompensa, stimolo, stress ed eccitazione. E ciascuno di noi ha il suo genere di musica preferito, dal rock alla classica, e tutte funzionano.
Nei pazienti con malattie coronariche l’ascolto di musica riduce la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’ansia. 30 minuti di ascolto di musica riducono le recidive di infarto.
Dà piacere. La musica, come le droghe o un orgasmo, aumenta la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore deputato all’attivazione del circuito della ricompensa, il sistema cerebrale che ci induce a rinnovare le esperienze gratificanti.
Migliora l’umore. Alcuni studi suggeriscono che impegnarsi attivamente nell’ascolto della musica, sforzandosi attivamente di essere più felici, rende l’umore migliore. Anche cantare provoca un senso di esaltazione dovuto all’ossitocina. La musica può portare benefici duraturi per chi compie un vero e proprio viaggio nella memoria al nostro stato d’animo e quindi al nostro corpo, anche dopo diverso tempo che abbiamo smesso di ascoltarla.
Riporta alla luce i ricordi. Con la musica si evocano i ricordi, in particolare dell’adolescenza e si compie un vero e proprio viaggio della memoria. Basta una canzone della nostra epoca, anche se non rientra tra le nostre canzoni del cuore per scatenare i ricordi e la nostalgia.
Migliora le relazioni. Amare la musica è un elemento socializzante. Un concerto è una buona occasione per incontrare amici e persone nuove. Anche cantare o suonare insieme aiuta a uscir di casa e trovare compagnia. Alcuni studi hanno dimostrato che cantare in coro è molto gratificante e aumenta il senso di appartenenza al gruppo.
La musica triste ci fa sentire meglio. Tutti gli appassionati di musica sanno bene come essa possa avere un effetto catartico e migliorare lo stato d’animo. Ascoltare una canzone triste ci fa sentire capiti, ci dà la sensazione di poter condividere quello che ci fa soffrire con qualcuno che ha provato lo stesso dolore. I brani malinconici non suscitano solo tristezza, ma anche emozioni romantiche, quali la commozione, che contrastano un effetto deprimente. La musica triste sarebbe gradita perché creerebbe un mix di emozioni, alcune negative e altre positive.
Ascoltare la musica è un grande piacere che raddoppia se si sa suonare uno strumento. E imparare a suonarlo è per gli over 60 un vero elisir.
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